Come costruire un programma di allenamento settimanale bilanciato

Alessandro Veneruso

9/15/20254 min read

man in black jacket holding red and black umbrella
man in black jacket holding red and black umbrella

Quando si entra in palestra, che sia la prima volta o dopo anni di esperienza, la domanda che prima o poi ci si pone è sempre la stessa: “Qual è il modo migliore per organizzare i miei allenamenti settimanali?”.
Avere un programma bilanciato non significa semplicemente “allenarsi tutti i giorni” o “fare un po’ di tutto”, ma saper dosare volumi, intensità, frequenza e recupero in base ai propri obiettivi e al proprio livello. Senza una struttura, il rischio è di accumulare fatica inutile, rallentare i progressi e, nel peggiore dei casi, incorrere in infortuni.

In questo articolo voglio guidarti passo dopo passo nella costruzione di un programma settimanale efficace, basato su principi di allenamento validi e adattabili alla tua situazione.

1. Definisci l’obiettivo principale

Prima ancora di decidere quali esercizi fare, bisogna stabilire una priorità: vuoi aumentare la massa muscolare? Dimagrire? Migliorare la resistenza? O magari diventare più forte in un determinato movimento?

  • Ibrido (ricomposizione corporea): alterna giornate di forza e ipertrofia con sessioni cardio mirate.

  • Forza pura: meno esercizi, ma alti carichi e recuperi più lunghi.

  • Ipertrofia: volume maggiore, range di ripetizioni medio (8-12), enfasi sul tempo sotto tensione.

  • Dimagrimento: combinazione di allenamento con i pesi e cardio ad alta intensità, senza trascurare i grandi multiarticolari.

L’obiettivo guida la scelta della frequenza e dell’approccio. Se non lo definisci chiaramente, il rischio è di costruire una routine dispersiva.

2. Frequenza settimanale: quante volte allenarsi

Non esiste un numero magico: dipende dal tempo che hai a disposizione, dal tuo recupero e dal tuo livello.

  • 3 giorni a settimana: perfetto per i principianti o chi ha poco tempo. Si predilige la full body, cioè allenamenti in cui si stimolano tutti i gruppi muscolari in una sola seduta.

  • 4-5 giorni a settimana: ideale per chi vuole un compromesso tra volume e recupero. Qui entra in gioco il split, ad esempio push/pull/legs (spinta – tirata – gambe) o upper/lower (parte alta – parte bassa).

  • 6 giorni a settimana: per atleti avanzati o chi ha già costruito solide basi. Consente di lavorare con alti volumi, ma richiede una gestione precisa del recupero.

Più aumenta la frequenza, più serve pianificazione per non sovraccaricare lo stesso gruppo muscolare.

3. La logica della divisione muscolare

La divisione degli allenamenti deve rispettare due principi: stimolare abbastanza il muscolo e permetterne il recupero.

Esempi:

  • Full body (3x settimana): squat, panca, rematore, trazioni, stacco rumeno, lento avanti. Accessori opzionali.

  • Upper/Lower (4x settimana): due giornate per la parte alta (spinta/tirata), due per la parte bassa (quadricipiti, femorali, glutei, polpacci).

  • Push/Pull/Legs (5-6x settimana): separa in maniera chiara i gruppi muscolari, ottimo per l’ipertrofia.

L’errore comune è credere che “più esercizi = più risultati”. Non serve fare cinque varianti di curl per crescere le braccia: meglio pochi movimenti scelti bene e ripetuti con progressione.

4. Non dimenticare i fondamentali

Un programma ben costruito deve sempre includere i grandi movimenti multiarticolari: squat, panca, stacco, trazioni, military press, rematori. Sono esercizi che stimolano più muscoli contemporaneamente, hanno un’alta resa e permettono di costruire forza reale.

Gli esercizi di isolamento hanno senso come rifinitura, non come base del programma. Ad esempio:

  • Prima fai squat poi leg extension.

  • Prima panca piana poi croci.

  • Prima trazioni poi curl ai cavi.

5. Inserisci il lavoro cardiovascolare

Troppo spesso il cardio viene visto come un “extra” opzionale. In realtà, andrebbe programmato con la stessa attenzione della sala pesi, perché migliora la salute cardiovascolare, favorisce il recupero attivo e contribuisce al dispendio calorico.

Tipi di cardio da integrare:

  • LISS (bassa intensità): camminata veloce, cyclette. Utile nei giorni di recupero.

  • HIIT (alta intensità a intervalli): sprint, circuiti, assault bike. Da usare massimo 2 volte a settimana, perché stressante.

  • Cardio funzionale: circuiti con kettlebell, slitte o battle rope, ottimi per chi vuole lavorare anche sulla resistenza muscolare.

6. Il recupero: l’elemento dimenticato

Allenarsi duro è facile, allenarsi con criterio è difficile. Senza recupero non c’è progresso.

  • Dormi almeno 7-8 ore a notte.

  • Lascia 48-72 ore di riposo tra due sessioni che coinvolgono lo stesso gruppo muscolare.

  • Inserisci uno o due giorni di pausa attiva: stretching, mobilità, camminate.

Un corpo stanco non cresce, un corpo recuperato sì.

7. Esempi pratici di programmi settimanali

Principiante (3x settimana, full body):

  • Squat con bilanciere

  • Panca piana

  • Trazioni o lat machine

  • Stacco rumeno

  • Military press

  • Plank

Intermedio (4x settimana, Upper/Lower):

  • Upper A: Panca piana, trazioni, lento avanti, curl, plank

  • Lower A: Squat, affondi, stacco rumeno, polpacci

  • Upper B: Panca inclinata, rematore, dips, curl inverso, side plank

  • Lower B: Front squat, hip thrust, leg curl, polpacci

Avanzato (5-6x settimana, Push/Pull/Legs):

  • Push A: Panca, lento avanti, dips, alzate laterali

  • Pull A: Stacco, trazioni, rematore, curl

  • Legs A: Squat, affondi, leg curl, polpacci

  • Push B: Panca inclinata, military press, croci, french press

  • Pull B: Rematore bilanciere, trazioni presa stretta, face pull, curl ai cavi

  • Legs B: Front squat, hip thrust, stacco rumeno, calf raises

8. L’importanza della progressione

Il programma non è un insieme di esercizi casuali, ma una struttura dinamica. Ogni settimana dovresti cercare un piccolo miglioramento:

  • Un kg in più sul bilanciere.

  • Una ripetizione in più a parità di carico.

  • Un’esecuzione più pulita e controllata.

Il principio della progressione è ciò che trasforma un allenamento in crescita reale.

Dalla teoria alla pratica

Costruire un programma settimanale bilanciato significa saper dosare stimolo e recupero, forza e resistenza, multiarticolari e accessori. Non serve riempire la scheda con decine di esercizi, ma scegliere con criterio, adattare alla propria vita e monitorare i progressi.

La differenza tra chi “va in palestra” e chi davvero costruisce il proprio fisico sta tutta nella pianificazione. La costanza e la progressione, supportate da un programma ben strutturato, sono le vere chiavi per arrivare a risultati concreti e duraturi.

man in black jacket holding red and black umbrella
man in black jacket holding red and black umbrella

Quando si entra in palestra, che sia la prima volta o dopo anni di esperienza, la domanda che prima o poi ci si pone è sempre la stessa: “Qual è il modo migliore per organizzare i miei allenamenti settimanali?”.
Avere un programma bilanciato non significa semplicemente “allenarsi tutti i giorni” o “fare un po’ di tutto”, ma saper dosare volumi, intensità, frequenza e recupero in base ai propri obiettivi e al proprio livello. Senza una struttura, il rischio è di accumulare fatica inutile, rallentare i progressi e, nel peggiore dei casi, incorrere in infortuni.

In questo articolo voglio guidarti passo dopo passo nella costruzione di un programma settimanale efficace, basato su principi di allenamento validi e adattabili alla tua situazione.

1. Definisci l’obiettivo principale

Prima ancora di decidere quali esercizi fare, bisogna stabilire una priorità: vuoi aumentare la massa muscolare? Dimagrire? Migliorare la resistenza? O magari diventare più forte in un determinato movimento?

  • Ibrido (ricomposizione corporea): alterna giornate di forza e ipertrofia con sessioni cardio mirate.

  • Forza pura: meno esercizi, ma alti carichi e recuperi più lunghi.

  • Ipertrofia: volume maggiore, range di ripetizioni medio (8-12), enfasi sul tempo sotto tensione.

  • Dimagrimento: combinazione di allenamento con i pesi e cardio ad alta intensità, senza trascurare i grandi multiarticolari.

L’obiettivo guida la scelta della frequenza e dell’approccio. Se non lo definisci chiaramente, il rischio è di costruire una routine dispersiva.

2. Frequenza settimanale: quante volte allenarsi

Non esiste un numero magico: dipende dal tempo che hai a disposizione, dal tuo recupero e dal tuo livello.

  • 3 giorni a settimana: perfetto per i principianti o chi ha poco tempo. Si predilige la full body, cioè allenamenti in cui si stimolano tutti i gruppi muscolari in una sola seduta.

  • 4-5 giorni a settimana: ideale per chi vuole un compromesso tra volume e recupero. Qui entra in gioco il split, ad esempio push/pull/legs (spinta – tirata – gambe) o upper/lower (parte alta – parte bassa).

  • 6 giorni a settimana: per atleti avanzati o chi ha già costruito solide basi. Consente di lavorare con alti volumi, ma richiede una gestione precisa del recupero.

Più aumenta la frequenza, più serve pianificazione per non sovraccaricare lo stesso gruppo muscolare.

3. La logica della divisione muscolare

La divisione degli allenamenti deve rispettare due principi: stimolare abbastanza il muscolo e permetterne il recupero.

Esempi:

  • Full body (3x settimana): squat, panca, rematore, trazioni, stacco rumeno, lento avanti. Accessori opzionali.

  • Upper/Lower (4x settimana): due giornate per la parte alta (spinta/tirata), due per la parte bassa (quadricipiti, femorali, glutei, polpacci).

  • Push/Pull/Legs (5-6x settimana): separa in maniera chiara i gruppi muscolari, ottimo per l’ipertrofia.

L’errore comune è credere che “più esercizi = più risultati”. Non serve fare cinque varianti di curl per crescere le braccia: meglio pochi movimenti scelti bene e ripetuti con progressione.

4. Non dimenticare i fondamentali

Un programma ben costruito deve sempre includere i grandi movimenti multiarticolari: squat, panca, stacco, trazioni, military press, rematori. Sono esercizi che stimolano più muscoli contemporaneamente, hanno un’alta resa e permettono di costruire forza reale.

Gli esercizi di isolamento hanno senso come rifinitura, non come base del programma. Ad esempio:

  • Prima fai squat poi leg extension.

  • Prima panca piana poi croci.

  • Prima trazioni poi curl ai cavi.

5. Inserisci il lavoro cardiovascolare

Troppo spesso il cardio viene visto come un “extra” opzionale. In realtà, andrebbe programmato con la stessa attenzione della sala pesi, perché migliora la salute cardiovascolare, favorisce il recupero attivo e contribuisce al dispendio calorico.

Tipi di cardio da integrare:

  • LISS (bassa intensità): camminata veloce, cyclette. Utile nei giorni di recupero.

  • HIIT (alta intensità a intervalli): sprint, circuiti, assault bike. Da usare massimo 2 volte a settimana, perché stressante.

  • Cardio funzionale: circuiti con kettlebell, slitte o battle rope, ottimi per chi vuole lavorare anche sulla resistenza muscolare.

6. Il recupero: l’elemento dimenticato

Allenarsi duro è facile, allenarsi con criterio è difficile. Senza recupero non c’è progresso.

  • Dormi almeno 7-8 ore a notte.

  • Lascia 48-72 ore di riposo tra due sessioni che coinvolgono lo stesso gruppo muscolare.

  • Inserisci uno o due giorni di pausa attiva: stretching, mobilità, camminate.

Un corpo stanco non cresce, un corpo recuperato sì.

7. Esempi pratici di programmi settimanali

Principiante (3x settimana, full body):

  • Squat con bilanciere

  • Panca piana

  • Trazioni o lat machine

  • Stacco rumeno

  • Military press

  • Plank

Intermedio (4x settimana, Upper/Lower):

  • Upper A: Panca piana, trazioni, lento avanti, curl, plank

  • Lower A: Squat, affondi, stacco rumeno, polpacci

  • Upper B: Panca inclinata, rematore, dips, curl inverso, side plank

  • Lower B: Front squat, hip thrust, leg curl, polpacci

Avanzato (5-6x settimana, Push/Pull/Legs):

  • Push A: Panca, lento avanti, dips, alzate laterali

  • Pull A: Stacco, trazioni, rematore, curl

  • Legs A: Squat, affondi, leg curl, polpacci

  • Push B: Panca inclinata, military press, croci, french press

  • Pull B: Rematore bilanciere, trazioni presa stretta, face pull, curl ai cavi

  • Legs B: Front squat, hip thrust, stacco rumeno, calf raises

8. L’importanza della progressione

Il programma non è un insieme di esercizi casuali, ma una struttura dinamica. Ogni settimana dovresti cercare un piccolo miglioramento:

  • Un kg in più sul bilanciere.

  • Una ripetizione in più a parità di carico.

  • Un’esecuzione più pulita e controllata.

Il principio della progressione è ciò che trasforma un allenamento in crescita reale.

Dalla teoria alla pratica

Costruire un programma settimanale bilanciato significa saper dosare stimolo e recupero, forza e resistenza, multiarticolari e accessori. Non serve riempire la scheda con decine di esercizi, ma scegliere con criterio, adattare alla propria vita e monitorare i progressi.

La differenza tra chi “va in palestra” e chi davvero costruisce il proprio fisico sta tutta nella pianificazione. La costanza e la progressione, supportate da un programma ben strutturato, sono le vere chiavi per arrivare a risultati concreti e duraturi.